Thyroid Life

Si guarisce dall’ipertiroidismo?

Si guarisce da una sofferenza solo a condizione di sperimentarla pienamente (Marcel Proust)

Sono passati poco più di dieci anni dal giorno in cui mi è stato diagnosticato l’ipertiroidismo da morbo di Basedow. Una lunga decade di terapie, esperimenti e riflessioni.

Ho pubblicato per la prima volta questo articolo nel 2017, quando credevo di aver trovato la soluzione ai miei problemi tramite un mix di integratori. Da allora, ho avuto altre recidive e remissioni.

Oggi sono in recidiva (ipertiroidismo subclinico) dopo tre anni di remissione, la più lunga. Ho quindi deciso di riprendere in mano questo articolo per l’ennesima volta e aggiornarlo con le mie più recenti considerazioni.

Come sappiamo, il morbo di Basedow deriva da un sistema immunitario che apparentemente “impazzisce” e se la prende con la tiroide, attaccandola con auto-anticorpi.

Uno scenario che la scienza e la medicina occidentale non hanno ancora compreso del tutto, e che di conseguenza decreta la non “guaribilità” della malattia. Logicamente, non si può guarire qualcosa che non si conosce.

In poche parole, se hai l’ipertiroidismo, devi rassegnarti a ingurgitare chili di medicine e, se questo non basta, andare sotto i ferri o bruciare la tiroide con le radiazioni.

E poi? Ormoni sostitutivi a vita, con continui controlli e aggiustamenti. Praticamente un procedere a tentativi, nella speranza di trovare prima o poi una soluzione che funziona e che fa stare meglio.

A me fecero prendere il metimazolo per due anni, con risultati disastrosi nel medio-lungo termine, dicendomi che se volevo interrompere il farmaco dovevo operarmi.

«Non c’è altra soluzione!», dicevano.

La mia fortuna è essere una fifona che va in ansia anche per un’estrazione dentale. Quindi, il classico tipo di persona che prima di arrendersi all’inevitabile le prova tutte, ma proprio tutte.

Come sostituzione ai farmaci ho usato rimedi omeopatici, naturopatici ed erboristici, che per un certo periodo avevano pure funzionato, ritrovandomi però di nuovo al punto di partenza dopo un po’.

Oltre alle pillole ho provato più o meno tutte le soluzioni che potevano apportare qualche beneficio: dal reiki alla chiropratica, dall’omeopatia al corso di nuoto, fino alle tecniche esoteriche.

Tutto questo sperimentare mi ha fatto scoprire cose nuove e interessanti, avvicinandomi pian piano allo scopo di liberarmi dei sintomi senza dovermi operare.

La medicina non guarisce l’ipertiroidismo

So bene che il percorso che ho seguito io non è raccomandabile, e che la maggior parte delle persone preferisce le scorciatoie offerte dalla medicina ufficiale.

È anche comprensibile: i disturbi della tiroide sono un problema serio. A nessuno piace stare male e la prospettiva di stare meglio nel minor tempo e col minor sforzo possibile è molto allettante e talvolta anche necessaria.

I trattamenti medici, seppur drastici, funzionano nella maggior parte dei casi. Molti sostengono di essere letteralmente rinati dopo una cura di metimazolo o una tiroidectomia. Altri invece non hanno risolto o sono addirittura peggiorati.

Personalmente, dopo un iniziale miglioramento, ho vissuto le montagne russe ormonali con sintomi tremendi sul fisico e sull’umore. Non posso avere alcuna certezza, ma ho il ragionevole dubbio che operandomi avrei avuto lo stesso problema.

Come per tutte le cose, c’è sempre chi si trova bene e chi si trova male. Per questo non è mia intenzione screditare la medicina o dissuadere le persone dal sottoporsi a questi trattamenti. Solo il medico curante e il singolo paziente possono fare queste valutazioni.

Tuttavia, bisogna essere onesti intellettualmente e ammettere che le soluzioni offerte dalla medicina non guariscono dall’ipertiroidismo, in quanto agiscono soltanto sui sintomi senza considerare le cause del disturbo.

Queste, senza i dovuti approfondimenti e le dovute contromisure, restano irrisolte e possono, nel tempo, causare altri problemi. Nel caso delle malattie autoimmuni come il morbo di Basedow, infatti, non è rara una comorbilità con altri disturbi, che può insorgere in qualsiasi momento, anche dopo anni.

Al momento la medicina non ha una cura per l’autoimmunità, e quindi non si può parlare di guarigione dal morbo di Basedow. Ma attenzione, la mancanza di una cura non significa che non si possa migliorare. A questo proposito è importante capire la differenza tra cura e guarigione.

La prima è una pratica atta a provocare una reazione forzata nell’organismo. Ad esempio, i farmaci tireostatici bloccano la tiroide in modo coatto, mentre gli ormoni sostitutivi servono a rimpiazzare la ghiandola che non più funzionante (o presente).

Questo metodo terapeutico tipico della medicina allopatica si regge sulla convinzione che il corpo non sia in grado, da solo, di guarire, e che necessiti di un aiuto esterno. È per questo che le terapie per le malattie croniche durano anni o anche tutta la vita, con un elevato rischio di recidive in caso di interruzione.

Senza le cure, infatti, l’organismo non riesce a mantenere i risultati ottenuti e così facendo si cronicizza anche la terapia. Capiamo quindi che mettere guarigione e medicina nella stessa frase in riferimento a patologie croniche è un paradosso, un controsenso. Eppure, molti sono ancora convinti che la medicina “guarisca”.

La vera guarigione va oltre la medicina

A questo punto risulta chiaro che la vera guarigione è solo una: rimettere la tiroide nelle condizioni di fare il suo lavoro senza bisogno di aiutini, permettendole di ritrovare il suo naturale equilibrio. È possibile?

Se da un lato è vero che esistono malattie che richiedono cure continue per garantire una buona qualità della vita, nel caso della tiroide non sempre si arriva al punto da dover intervenire d’urgenza con farmaci o altre soluzioni irreversibili.

Come dimostra la mia esperienza, è assolutamente possibile migliorare il proprio stato di salute, raggiungendo una condizione di asintomaticità totale o parziale, nel momento in cui si vanno a identificare e correggere le cause che provocano i sintomi, e che in genere sono da ricercare nello stile di vita.

Bisogna ammetterlo: non è semplice. Un problema alla tiroide richiede un approccio multidisciplinare che richiede tempo e risorse, e in cui entrano in gioco fattori legati a praticamente tutti gli aspetti dell’esistenza: dieta, abitudini, mentalità, ecc.

Tuttavia, credo che prima di considerare opzioni drastiche e irreversibili bisognerebbe informarsi bene e prendere in considerazione anche tutte quelle soluzioni che richiedono un aggiustamento alle abitudini e che possono apportare notevoli miglioramenti.

Fare domande al proprio medico è sicuramente un ottimo punto di partenza, ma molti professionisti non sono purtroppo formati per dare indicazioni davvero utili sullo stile di vita, al di là di qualche consiglio generico come smettere di fumare e stressarsi di meno.

Per questo bisogna essere disposti a cercare, sperimentare e informarsi il più possibile. Io ho voluto condividere la mia esperienza su questo blog affinché sia un punto di riferimento per chi si trova nella mia stessa situazione.

Ovviamente non mi sento “arrivata”, anzi, se c’è una cosa che ho capito in questi dieci anni, è che non si smette mai di imparare. Continuo a fare ricerca e a testarmi regolarmente, in modo da intervenire subito al minimo segnale di disagio che il corpo mi manda, perché so che al 95% la mia salute dipende solo da me.

Concludendo, quindi, l’ipertiroidismo è una condizione medica cronica per la quale esistono solo delle terapie sintomatiche. Queste cure, seppure efficaci sui sintomi, non guariscono dalla malattia. Agire sullo stile di vita è l’unico modo per ripristinare lo stato di salute raggiungendo uno stato di asintomaticità.

A te che stai leggendo questo articolo, ti incoraggio a intraprendere il tuo personale percorso di ricerca e sperimentazione. Posso garantirti che lo sforzo ne varrà la pena!